Martirio e gloria di san Pantaleone
Martirio e gloria di san Pantaleone (1684-1706)
Giovanni Antonio Fumiani
olio su tela
La vita e il martirio di san Pantaleone, i cui episodi salienti popolano la cappella a lui dedicata, sono ulteriormente sviluppati nello straordinario soffitto della chiesa. Esso fu dipinto da Giovanni Antonio Fumiani tra il 1684 e il 1706. Non si tratta di un affresco, come spesso avviene per le volte e le superfici di grandi dimensioni, ma di un vastissimo dipinto su tela o meglio si una sessantina di tele connesse tra loro fino a coprire 443 metri quadrati del soffitto.
Il giudizio, sulla destra, è la prima della narrazione: qui Galerio Massimiano vestito di porpora alza il braccio destro impugnando un rotolo con il quale decreta la condanna a morte di Pantaleone.
La sentenza, il secondo episodio, si svolge sul lato minore del soffitto verso il presbiterio: Pantaleone in cima alla gradinata apprende il verdetto e si prepara al supplizio confidando in Dio, verso il quale alza fiducioso lo sguardo.
I supplizi, il terzo episodio, sono raccontati sul lato lungo opposto a quello del seggio imperiale: Pantaleone è in mano agli aguzzini che provano a togliergli la vita con ogni mezzo.
Il martirio è il quarto episodio narrato nel lato corto opposto al presbiterio: si prepara l’arrivo tra i santi di Pantaleone e, mentre egli si appresta alla prova suprema, un messaggero divino lo sovviene dal cielo e gli mostra con evidenza la corona di gloria e la palma del martirio.
La gloria: nel punto di massima luminosità, il Signore Gesù a braccia spalancate accoglie nella sua gloria Pantaleone.